Francesco Montani a Sarnano per presentare la mostra fotografica su Castelluccio

Sabato 10 e domenica 11 novembre, in occasione di Sarnano in Botte, presso il Municipio di Sarnano sarà possibile visitare la mostra fotografica “Castelluccio Vive” di Francesco Montani, un progetto fotografico frutto di un percorso di rielaborazione e consapevolezza che mostra come il terremoto possa essere anche uno stimolo per la valorizzazione (e rivalorizzazione) dei luoghi che amiamo.

In tale prospettiva la mostra diventa un itinerario antropologico segnato da tre tappe: la storia, la distruzione, la rinascita.

Francesco Montani a Sarnano per presentare la mostra fotografica su Castelluccio

Attraverso una serie di scatti fotografici, Montani parla della storia e della cultura di Castelluccio, sua terra natia, con la finalità di ricordare e far ricordare. La mostra diventa così narrazione storica e culturale e lo spettatore coglie quelle peculiarità che avvolgono il fascino del paese e dei suoi abitanti.

Nel pannello “C’era una volta Castelluccio” si alternano immagini di una quotidianità ricca di contenuti, di speranze, di sacrifici e, allo stesso tempo, si rimane emotivamente coinvolti dal sorriso dei volti catturati dallo scatto fotografico capace di narrare il carattere forte e determinato dei castellucciani.

Dai pannelli dedicati alla storia del paese si passa alla sezione “Il cuore al crollo”, una narrazione del terremoto e degli stati d’animo di quel drammatico evento.

Passare dai pannelli della storia di Castelluccio a quelli del terremoto fa male all’anima, arriva al cuore o allo stomaco. Tetti crollati, scorci di case ripiegate su sé stesse, pareti bianche a cui è rimasto appeso un televisore, immagini forti che si fanno specchio di quella precarietà e fragilità in cui tutta l’umanità può riconoscersi. E nella luce che avvolge le macerie si rintraccia la capacità artistica di Francesco, segnata dalla volontà di fare del terremoto un momento di rinascita. Con questo nuovo sentimento di vitalità si entra nell’intimità del percorso aprendosi alla serie di foto naturalistiche e paesaggistiche rappresentate con delicate tonalità, come se l’occhio di Montani fosse riuscito a cogliere con l’obiettivo lo sguardo della natura circostante per rivelarne la forza vitale e non quella distruttiva.

Ed è così che Montani riesce a fare “arte” creando attraverso la fotografia ciò che prima non c’era: il desiderio di rinascita.

Le fotografie di Montani non imprigionano Castelluccio alla sola fioritura ma rappresentano il contesto dei Sibillini, vanno oltre l’oggettività per cogliere la magia di una sistema di nuvole che abbracciano la piana, di una nevicata primaverile che si adagia come una carezza sul borgo, ed ancora lo splendore delle acque del Lago di Pilato o la trasparenza del riflesso dei Sibillini sul paesaggio circostante. La stessa fioritura ritratta da Montani ha tinte delicate che catturano l’occhio ed il cuore, avvolta da un’atmosfera spirituale.

Percorrendo la mostra si entra in contatto con il mondo di Castelluccio e se ne coglie la volontà di rinascita, la vitalità che si cela nelle persone che, come lui, amano il territorio e sono in grado di farlo arrivare al cuore dello spettatore attraverso il racconto.

Così, nelle foto di Montani, “Castelluccio vive”.