Le Porte del Morto nel centro storico di Sarnano
Beh, se chiedete ai locali vi risponderanno che quelle sono le Porte del Morto. E il nome dovrebbe bastare ad incuriosirvi tanto da volerne sapere di più.
Cosa sono le Porte del Morto?

Una delle Porte del Morto in via della Costa
Nei borghi medioevali tra Marche e Umbria si usa chiamare Porta del Morto le porticine con arco a sesto acuto, a tutto sesto o con architrave in pietra arenaria con la soglia elevata di 40-45 cm rispetto al livello stradale. O meglio, più che le porte, ciò che resta di loro, perché oggi le Porte del Morto sono tutte murate, anche se molte restano ben visibili lungo le pareti esterne degli edifici in quanto sono state chiuse con una muratura posticcia e spesso diversa da quella circostante, quasi a volerne lasciare appositamente la traccia.
Alcune di queste porte si trovano accanto a portoni più grandi (tuttora aperti e utilizzati come ingressi delle case oppure anch’essi murati), ma spesso perfettamente identici nella forma e nella decorazione.
A Sarnano, la più famosa è quella al 206 di via Trento, perfettamente uguale al portale accanto e sormontata da strane rosette celtiche. Ma quella di via Trento non è l’unica: ci sono altre due coppie di portali di questo tipo, una in via della Costa (nella foto) e l’altra in via XX settembre. Infine ci sono diverse Porte del Morto rimaste senza la porta grande e diversi resti di archi murate e soglie, in giro per tutto il centro storico.
Sulla funzione e sul significato di queste porte sono state avanzate due ipotesi.
L’ipotesi difensiva
Secondo questa ipotesi, la porta piccola, a cui probabilmente si accedeva con una scaletta mobile di legno, sarebbe stata la vera porta di casa, mentre la porta grande era l’ingresso alla bottega. Secondo i sostenitori di questa ipotesi, una porta stretta e sopraelevata avrebbe garantito maggiore sicurezza agli abitanti soprattutto in caso di assedio. Ma come potete immaginare, l’espressione “Porta del Morto” non deriva da questa teoria.
L’ipotesi funebre
Secondo alcuni studiosi, queste porticine non avevano alcuna finalità difensiva, ma celano un significato di tutt’altro tipo, legato alla superstizione e alle tradizioni funebri del medioevo. Per i sostenitori di questa ipotesi, infatti, tali porte venivano utilizzate esclusivamente per far uscire le salme dei familiari defunti: esse venivano aperte soltanto quando si verificava un lutto in famiglia e restavano murate per il resto del tempo. Insomma, le Porte del Morto avevano sì un significato difensivo, non contro i briganti, ma contro la Morte stessa, come se grazie a questo stratagemma essa potesse soltanto uscire dalla casa, senza potervi poi rientrare.

I disegni di Lando Marzialetti nel suo libro “Il centro storico di Sarnano” (Edizioni Simple: 2014)
Lando Marzialetti, studioso del centro storico di Sarnano e autore di un libro su di esso, porta diverse argomentazioni a favore di questa teoria.
In particolare ci fa notare come la muratura diversa dal resto della casa faccia pensare a continue chiusure provvisorie di questa porta. Inoltre, l’altezza della soglia rispetto al livello stradale corrisponde a quella del mozzo della ruota di un carretto: secondo, Marzialetti, infatti, in questo modo, la salma poteva essere caricata più facilmente sul carro funebre. Infine, gli stipiti non presentano segni di alcun tipo, neanche della presenza di cardini: il che fa pensare che non siano mai stati montati dei battenti a chiudere l’apertura.
La fine delle Porte del Morto a Sarnano
Non sappiamo quando sia iniziata la tradizione delle Porte del Morto, ma è probabile che sia caduta in disuso all’inizio del Quattrocento. Marzialetti ipotizza che possa esserci stato addirittura un decreto comunale che ne impose la chiusura definitiva. In ogni caso, l’operazione fu fatta con estrema cura e questo conferma l’alone di superstizione che ancora circondava queste strane aperture che oggi suscitano la curiosità dei turisti.
Questa è solo uno dei curiosi dettagli che rendono il centro storico di Sarnano un libro aperto sulla storia e le tradizioni popolari: case a sbalzo, rosette celtiche, portali, logge, bastioni e barbacane, camini, campanili, chiavistelli… nessun segno, forma o incisione è lì per caso. E ne parleremo presto.
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