Una Pinacoteca, quattro musei.
Piccoli e preziosi.

Così come non si giudica un libro dalla copertina, non si può giudicare un un tesoro dalle dimensioni dello scrigno. Pensate alle perle: piccole, ma rare e incredibilmente preziose. Ecco, il patrimonio artistico del Comune di Sarnano è fatto di piccole perle.
Come quelle conservate nella Pinacoteca: Crivelli, Pagani, De Magistris e molte altre piccole grandi testimonianze della tradizione pittorica marchigiana dal Rinascimento fino al XVIII secolo. Poi ci sono i Musei Civici con le opere del sarnanese Mariano Gavasci, la collezione di Armi Antiche e Moderne, quells dell’Avifauna dell’Appeninno e quella dei Martelli. Sì, avete capito bene, martelli. Se la cosa vi lascia perplessi non vi resta che andare a vedere con i vostri occhi.

Il Teatro della Vittoria.
Una bomboniera di velluto e luci.

Su, su, su in cima al colle, in Piazza Alta, dentro l’antico Palazzo del Popolo, abbiamo un teatro da poco più di 100 posti. Ha tre ordini di palchi, tutti finemente decorati e un sipario dipinto con una maestosa rappresentazione della Vittoria Alata da cui prende il nome: Teatro della Vittoria. Lo hanno fatto costruire 34 famiglie sarnanesi all’inizio dell’Ottocento, perché avevano capito che la cultura ha bisogno dei suoi spazi. La cosa meravigliosa è che lo usiamo ancora oggi, perché la passione dei sarnanesi per il teatro non si è mai spenta.

Santa Maria di Piazza,
una chiesa romanica.

Abbiamo anche una miriade di Chiese di ogni dimensione, in ogni frazione di campagna, in ogni angolo del centro storico. È difficile visitarle tutte, è difficile tenerle aperte tutte. Per questo abbiamo riunito gran parte degli oggetti d’arte contenuti in esse nel Museo dell’Arte Sacra.
In Piazza Alta, invece, si erge maestosa la Chiesa di Santa Maria: chiesa romanica, a navata unica, sovrastata da una torre campanaria i cui rintocchi scandiscono ancora oggi il nostro tempo.

Una piccola Abbazia
tra le montagne.

Solitaria e silenziosa tra le montagne si erge la chiesa di Santa Maria inter rivora o San Biagio, meglio conosciuta come Abbazia di Piobbico. Fu fondata nel 1030 da una comunità di monaci Benedettini, gli stessi che poi,  costruirono all’interno del castrum di Sarnano Santa Maria di Piazza Alta o Santa Maria intra moenia. Originariamente ricca di affreschi e decorazioni al suo interno, oggi non è più visitabile a causa dei danni riportati in seguito al sisma del 2016. L’Associazione Tamburini del Serafino, in collaborazione con il Centro Studi Sarnanesi, con il contributo del MIBACT, ha creato approfonditi materiali testuali e raccolto un’ampia documentazione fotografica per permettere di godere delle bellezze di questa suggestiva abbazia, seppure in modo virtuale.

Una piccola Abbazia
tra le montagne.

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