Il Palio del Serafino

 

Quel rullo di tamburi

che dà inizio allo spettacolo.

Ogni anno, ad agosto, nelle prime ore del pomeriggio il campanone della torre del Palazzo del Popolo inizia a suonare. I vicoli del centro storico di Sarnano si riempiono del suono dei tamburi che annunciano l’arrivo di atleti e figuranti dalle quattro contrade: Abbadia, Brunforte, Castelvecchio e Poggio. Così inizia il Palio del Serafino.

Purtroppo dal 2020, a causa delle ripercussioni della pandemia, non è stato possibile organizzare i giochi, ma continua a tenersi il tradizionale corteo storico e la cerimonia di benedizione dei ceri.

Domenica 13 agosto 2023

Dalle 18
Sfilata del corte storico
per le vie del paese
Offerta dei ceri all’Assunta e cerimonia di benedizione
in Piazza Alta

Le origini del
Palio del Serafino.

Sarnano fu dichiarato libero Comune nel 1265. I primi a trasferirsi nel castrum furono gli abitanti delle contrade di Brunforte, Castelvecchio e Poggio, a cui si aggiunsero negli anni successivi quelli di Bisio e, infine, quelli di Piobbico. Stando ad antiche testimonianze, le tensioni tra le cinque contrade erano tali che le autorità sarnanesi decisero di istituire una competizione per stemperare gli attriti tra gli abitanti. La gara si teneva ogni anno in occasione della Festa dell’Assunta e prevedeva tre giochi: il Palio vero e proprio, cioè una corsa a cavallo, il Gioco dell’Anello, che consisteva nell’infilare una serie di anelli con una lancia da un cavallo in corsa, e il tiro con la balestra. Nei giorni della gara il Podestà veniva sostituito dal Capitano della Fiera, anche detto Capitano del Popolo, a cui sottostavano i Capitani delle singole contrade responsabili dell’ordine pubblico e del buon andamento dei giochi.

Nel 1965, in occasione del 700° anniversario della fondazione del Comune, è stata organizzata la rievocazione di questi antichi giochi sotto il nome di Serafino d’Oro, poi modificato in Palio del Serafino, in onore dell’antica leggenda dello stemma di Sarnano che reca appunto un angelo a sei ali. I tempi, però, erano ormai cambiati e fu necessario qualche adeguamento.

I rioni di Piobbico e Bisio, che più degli altri avevano subito lo spopolamento, furono riuniti in una sola contrada che prese il nome di Abbadia. I giochi originali, invece, furono sostituiti con attività ispirate alle tradizioni popolari: il tiro alla fune, simbolo della forza dei contadini e del duro lavoro nei campi,la corsa con la brocca, che ricorda la capacità delle donne nell’andare a prendere l’acqua alla fonte portando l’orcio in equilibrio sulla testa, la salita al palo, legata all’abilità dei nostri avi di arrampicarsi sugli alberi, e il taglio del tronco, in onore dell’antico mestiere del tagliaboschi tanto diffuso sulle nostre montagne.

Per anni il Palio del Serafino ha emozionato generazioni di sarnanesi e turisti, arrivando, con alcune interruzioni alla sua XXXI edizione.

 

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