Tradizioni e usanze di Pasqua a Sarnano e dintorni

A Sarnano, come in molti altri luoghi nelle Marche, in Italia e non solo, la Pasqua è il periodo dell’anno in cui riti cristiani e tradizioni popolari si fondono in un connubio affascinante di simboli e rituali di ogni tipo, da quelli religiosi a quelli ludici e gastronomici.
La Domenica delle Palme
La Domenica delle Palme segna la fine della Quaresima e l’inizio della Settimana Santa. La liturgia, più lunga del normale, mette in scena con un dialogo a più voci l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Durante la celebrazione vengono benedetti i ramoscelli d’ulivo che i fedeli portano a casa come auspicio di speranza e difesa contro il male.
Il Giovedì Santo e la visita ai Sepolcri
La liturgia del Giovedì Santo include la commemorazione della “Lavanda dei Piedi” avvenuta durante l’Ultima Cena: si tratta di una celebrazione solenne, che a Sarnano riunisce tutti i fedeli in un solo luogo di culto e termina in silenzio, senza canto finale, segnando l’inizio del lutto del Venerdì Santo.
Un’altra tradizione molto amata del Giovedì Santo è quella dei “sepolcri”.
A Sarnano, visitare i sepolcri significa fare un pellegrinaggio individuale per le chiese del paese per venerare il Santissimo Sacramento esposto su ogni altare e adornato di composizioni floreali: un usanza che risale al Medioevo.
Il Venerdì Santo e la processione del Cristo Morto
Nella giornata del Venerdì Santo non è possibile celebrare messe e si svolgono soltanto due funzioni: le Tre Ore di Agonia e la processione di Cristo Morto un corteo dai toni lugubri in cui sfilano penitenti incappucciati e membri delle Confraternite in divisa ufficiale che trasportano le statue della Madonna Addolorato e del Cristo Morto.

Il Sabato Santo e la veglia pasquale
La notte del Sabato Santo si tiene la veglia pasquale con i riti della benedizione del fuoco e dell’acqua: un’alternanza di letture e momenti di preghiera che si prolunga fino alla mezzanotte, quando si “sciolgono” le campane a festa.
Gli anziani del paese ci ricordano che, in passato, il Sabato Santo era anche il giorno in cui si toglieva definitivamente il “prete”, cioè lo scaldaletto, nella speranza che arrivassero nottate sempre più miti.
La colazione di Pasqua
A sancire la fine del digiuno della Quaresima troviamo la ricca tradizione di Pasqua.
Sulle tavole marchigiane compaiono di nuovo i salumi, tra cui l’immancabile ciauscolo di Sarnano, il pecorino, il pane casereccio, le uova sode, la pizza di formaggio e i pieghoni, la coratella d’agnello, la frittata con la mentuccia, le ciambelle strozzose, l’agnello dolce e tante altre specialità che variano da famiglia a famiglia.

“Scoccetta”: il gioco tradizionale dei giorni di Pasqua
Riti solenni a parte, la Pasqua è anche allegria e convivialità, a partire dalla “Scoccetta”, un gioco popolare le cui origini si perdono nella notte dei tempi. La “Scoccetta”, passatempo tanto amato dai nostri nonni in quanto modo alternativo di procurarsi la merenda, consiste nello sfidarsi a colpi di uova sode sul tavolino: chi resiste più a lungo senza rompere il guscio si appropria anche dell’uovo dell’altro. Spesso le uova venivano anche dipinte nei modi più fantasiosi per distinguerle le une dalle altre e riconoscerne facilmente il proprietario.
Insomma, qui da noi la Pasqua sembra ancora essere un piccolo baluardo di tradizioni particolarmente resistenti al tempo.
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