Fiori selvatici dei Monti Sibillini tra letteratura e mito
«Potter» disse Piton d’un tratto. «Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?».
I fan più sfegatati di Harry Potter conoscono sicuramente la risposta. Gli altri staranno aggrottando le sopracciglia perplessi. E probabilmente tutti quanti vi starete chiedendo che cosa c’entra Harry Potter con il titolo di questo articolo.
C’entra perché a primavera sui prati dei Monti Sibillini è possibile ammirare ampie distese di asfodeli. Fiori alti a forma di spiga, dallo stelo e le foglie robuste che crescono sugli altipiani soleggiati dei nostri monti. Quando attraversate i Piani di Ragnolo non potete non notarli e fermarvi, incuriositi, a fotografarli.

Asfodelo: dalla letteratura classica a Harry Potter
L’asfodelo è una pianta erbacea della famiglia delle liliacee capace di crescere e proliferare anche sui pascoli, perché le sue foglie sono in grado di rigenerarsi continuamente anche quando vengono mangiate dagli animali. E non solo: sono proprio gli animali a incentivare la riproduzione degli asfodeli, in particolare le capre che vanno ghiotte per i suoi frutti, ma poi li riespellono tali e quali, seminandoli in giro per la montagna.
Inoltre, gli anziani raccontano che i pastori raccoglievano i fiori secchi degli asfodeli per utilizzarli come combustibile per il fuoco e per farne delle torce per rischiare le lunghe notti in montagna.
Probabilmente, è proprio questa sua spiccata capacità di sopravvivere, rigenerarsi e, in un certo senso, di contrastare l’oscurità che ha consacrato l’asfodelo nelle letterature di tutti i tempi.
Per gli antichi greci, gli asfodeli crescevano nei prati dell’Aldilà, precisamente nel mezzo tra il Tartaro, il regno degli empi, e i Campi Elisi, il paradiso per i più meritevoli, creando una distesa fiorita destinata a quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Non a caso, molti popoli dell’antichità erano soliti piantare gli asfodeli sulle tombe dei morti.
A testimoniare le virtù degli asfodeli, c’è anche il saggio Epimenide, che secondo la leggenda, preparò un infuso con le loro radici e non dovette più mangiare né bere per 157 anni. Voi però non provateci, fidatevi sulla parola.
Nella tradizione cristiana, invece, l’asfodelo è detto anche bastone di San Giuseppe. Infatti, secondo un racconto dei vangeli apocrifi poi rappresentato in diversi quadri, quando i sacerdoti del tempio di trovarono a scegliere un marito per Maria chiesero un segno divino: l’uomo il cui bastone sarebbe fiorito sarebbe stato lo sposo della ragazza. Il miracolo avvenne, come tutti sappiamo, tra le mani di San Giuseppe che portava con sé proprio un bastone di asfodelo.
Ma le apparizioni dell’asfodelo in letteratura sono molteplici. Li cita Oscar Wilde nel ritratto di Dorian Gray facendo dire a Harry, il co-protagonista, di aver sepolto una vecchia fiamma amorosa in un letto di asfodeli. Il rapporto degli asfodeli con la morte e la rinascita ci viene ricordato anche da Virginia Woolf nell’Orlando, da D’Annunzio nel Piacere, da Pascoli nei Poemi di Ate e, in tempi più recenti, da J. K. Rowling in Harry Potter e la Pietra Filosofale, in cui gli asfodeli vengono utilizzati per preparare il potentissimo Distillato della Morte Vivente, che induce in chi lo beve uno stato di morte apparente.
Gli asfodeli, però, non sono i soli fiori dei Sibillini ad avere un noto alter ego letterario. A condividere con loro i prati dei Monti Azzurri, insieme a 51 specie di orchidee, alle fritillarie orsiniane, alle campanule, le genziane, gli astri alpini, gli anenomi e i gigli, ci sono tanti fiorellini bianchi, ognuno isolato dagli altri, che sembrano dire «ehi, guardatemi: sono il più bello di tutti!». Del resto, è la loro natura: sono narcisi.

Narciso: bello e solitario
Il narciso è una pianta della famiglia delle amaryllidaceae. Probabilmente, il suo nome deriva dal greco ναρκάω, narkào, «stordisco», e si deve al suo profumo inebriante. Il nome scientifico del narciso selvatico, però, è Narcissus Poeticus e fa riferimento proprio all’omonimo personaggio mitologico: Narciso.
Secondo l’antico mito, Narciso era figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso. Tanto bello, quanto crudele, era sempre pieno di pretendenti che respingeva fino a farli desistere. L’unico che non si rassegnò fu Aminia, il quale insistette al punto che Narciso gli diede una spada per uccidersi. Aminia obbedì al suo volere, ma prima di trafiggersi invocò la vendetta degli dei. Questa si compì quando Narciso, contemplando in uno specchio d’acqua la sua bellezza, si innamorò perdutamente del suo riflesso e, d’improvviso, si sentì sopraffatto dal pentimento. In preda al rimorso, si uccise con la stessa spada donata ad Aminia e, dalla terra bagnata dal suo sangue, spuntò l’omonimo fiore.

Peonia: fiore degli dèi
La Peonia Selvatica (Paeonia officinalis) è pianta della famiglia delle Paeoniaceae che cresce sia sui nostri Monti Sibillini che sulle Alpi. Si tratta di una specie floristica che sta diventando sempre più rara e, come la maggior parte dei fiori spontanei dei Sibillini, è protetta.
Il nome della peonia deriva da Paeon, o Peone, che nella mitologia greca era il medico degli dei. Secondo la leggenda, Peone utilizzò questo fiore per guarire una ferita del dio Plutone e questi, per ringraziarlo, gli fece dono dell’immortalità trasformandolo nel fiore stesso. Ai nostri occhi può sembrare una ricompensa bizzarra, ma per gli antichi greci era un grande privilegio, perché la peonia era considerata l’unico fiore degno di ammirazione da parte degli dèi e, quindi, l’unico ospitato nei giardini dell’Olimpo.

Fiordaliso: erba degli incantesimi
Il fiordaliso (Centaurea Cyanus) con i suoi colori brillanti e i suoi petali filiformi è una pianta erbacea appartenente alla famiglia Asteraceae che cresce a diverse altitudini.
Conosciuto da tempi antichissimi, questo fiore porta con sé un’aura di magia, tanto che nella tradizione popolare è noto come “erba degli incantesimi”. Intorno ad esso ruotano due miti, entrambi legati a quello che oggi è il nome scientifico di questa pianta: Centaurea Cyanus. Il primo ha per protagonista la dea Flora che trovò il corpo del suo innamorato Ciano, senza vita in un campo di fiordalisi e decise di dare a questi fiori il nome dell’amato. Il secondo, narra la vicenda del centauro Chitone, che colpito da una freccia avvelenata scampò alla morte curandosi proprio con il fiordaliso.

Nontiscordardime: il fiore più romantico
Il nontiscordardime è il fiore più noto della famiglia delle Borraginacee.
Intorno a questo fiorellino azzurro aleggiano diverse leggende, ma le più famose sono due, dal significato decisamente diverso. La più apprezzata è di origine austriaca e racconta la storia di due innamorati che passeggiano lungo un fiume. Lui si china a raccogliere questi fiori, scivola e cade in acqua, ma un attimo prima di essere trascinato via dalla corrente riesce a lanciare il mazzetto azzurro all’amata gridandole: “Non ti scordar di me”.
L’altro mito, invece, deriva dalla tradizione germanica secondo cui Dio, intento a dare i nomi ai fiori, stava per dimenticarsi di questo piccolo fiorellino azzurro che timidamente lo pregò dicendogli appunto “non ti scordar di me”.
Dopo questa incursione nel territorio della mitologia e della letteratura, non vi resta che fare un’escursione sui Monti Sibillini per poter ammirare con lo spettacolo della fioritura.
Come arrivare
Non c’è un vero e proprio itinerario da seguire, perché la fioritura si estende su un’area piuttosto vasta: già salendo da Sarnano verso Sassotetto puoi ammirarla in diversi punti ben visibili dalla strada.
Una volta raggiunto il valico di Santa Maria Maddalena (di fronte agli impianti di risalito), svolta a destra seguendo le indicazioni per Acquacanina e prosegui lungo la Strada Provinciale 5. Dopo qualche curva, l’altopiano si apre su entrambi i lati della strada e i prati iniziano a coprirsi di fiori.
Lungo la strada troverai diversi punti dove parcheggiare e passeggiare a piedi lungo l’altipiano. Per evitare sanzioni, fai attenzione che le ruote dell’auto non siano sopra l’erba.
Proseguendo in auto, circa 4 chilometri dopo il valico di Santa Maria Maddalena incontrerai un bivio: imboccando la strada a destra puoi scendere di nuovo verso il centro di Sarnano passando accanto al punto di partenza per volo in parapendio. Più avanti, incontri il bivio per la Grotta di Soffiano, poi attraversi la frazione Carsoducci e puoi tornare a Sarnano passando per la località Campanotico.
Non raccogliere i fiori: ecco perché
Ricorda: le orchidee dei Sibillini sono una specie protetta ed è assolutamente vietato raccoglierle, pena multa salate!
Ma, al di là delle multe, perché dovresti raccogliere i fiori in montagna? Estirpati dalla terra mantengono la loro bellezza per pochissime ore: non rovinare lo spettacolo a chi arriva dopo di te.
Quindi occhi aperti e macchina fotografica pronta perché la caccia è solo fotografica.
Concorso fotografico “Sassotetto in fiore”
Se sei amante della fotografia non perdere l’occasione di partecipare alla 3^ edizione del concorso fotografico organizzato dall’Associazione Turistica Pro Sarnano: “Sassotetto in fiore…l’altra fioritura – Natura e paesaggio del territorio dei Monti Sibillini”.
Si tratta di una competizione di fotografia digitale, gratuita e aperta a tutti i fotoamatori, sia Young (fino a 14 anni) che Senior (oltre i 14 anni), a cui puoi partecipare con immagini sia a colori che in bianco e nero. L’importante è che gli scatti siano ispirati al territorio, alla cultura o alla gastronomia dell’area dei Sibillini.
In palio: una fotocamera e accessori di vario tipo.
Il regolamento completo è disponibile sul sito www.amicidimontesassotetto.it: clicca qui per scaricarlo.
I files, con le caratteristiche contenute nel regolamento dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12 di martedì 31 maggio 2022 all’indirizzo concorsoprosarnano@gmail.com
La giuria sarà composta dagli esperti di fotografia Paolo Verdarelli, Luca Tambella e Pietro Paolo Pierantoni (quest’ultimo è anche geologo e studioso dei Monti Sibillini).
La premiazione si terrà il 5 giugno prossimo, presso il Loggiato di Via Roma a Sarnano, in occasione di un incontro dedicato ai Fiori, alle Api e al Miele.
Escursioni organizzate
Vuoi partecipare a un’escursione organizzata per imparare a conoscere le peculiarità botaniche di questa zona dei Sibillini e scattare le foto più belle?
Consulta il calendario delle escursioni e degli eventi in programma che trovi qui sotto.
Calendario delle escursioni organizzate
Nessun evento in programma
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