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Escursione all’Eremo di Soffiano

Sulle tracce di San Francesco a Sarnano

Passeggiata facile • Luogo d’interesse storico – naturalistico • Itinerari del Francescanesimo nelle Marche

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Come raggiungere l’Eremo di Soffiano

L’Eremo di Soffiano dista dal centro di Sarnano circa 7 km, di cui la maggior parte percorribili in auto. L’Eremo è ben posizionato su Google Maps ed è facile raggiungerlo impostando sul navigatore le coordinate GPS: 43.030524, 13.245171 (43°01’49.9″N 13°14’42.6″E).

Partendo da Piazza della Libertà bisogna seguire la SS78 verso Macerata fino in località Callarella. Poco prima del distributore di benzina, all’altezza dell’azienda Laminox, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Campanotico – Terro – Scuola di Volo e si prosegue sulla strada principale, attraversando la località Carsoducci fino a raggiungere un incrocio dove occorre svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per la Grotta di Soffiano. Dopo qualche centinaio di metri, bisogna imboccare una strada sterrata a destra.

A questo punto si può proseguire in auto (le condizioni della strada non sono ottime, ma è comunque percorribile), oppure iniziare la camminata a piedi: se si prosegue in auto sarà possibile parcheggiare al termine della strada sterrata. La strada sterra termina con uno spiazzo.

Da qui parte il sentiero che si inoltra nel bosco e conduce dritto all’Eremo di Soffiano in una ventina di minuti di cammino. L’escursione è semplice ed è praticamente impossibile perdersi. Inoltre, il sentiero si snoda completamente all’ombra del bosco e ci sono sorgenti d’acqua fresca lungo il percorso, perciò è percorribile senza difficoltà anche nelle giornate più calde. Arrivati al termine del sentiero l’Eremo si staglierà davanti a voi:un’apertura nella roccia, molto alta ma poco profonda, delimitata da un muro di pietra, a cui si accede con una scalinata.

Potete riposarvi sulle scale della grotta è godervi la sensazione di pace assoluta che l’Eremo immerso nella natura regala ai suoi visitatori. Guardandovi intorno vedrete la vetta del Monte Pizzo Meta affacciarsi dal fitto bosco e sentirete il gorgoglio del fiume Rio Terro sul fondo della valle: un’esperienza rigenerante.

itinerario

Lunghezza: 1.2 km
Dislivello: 190 m
Altitudine massima: 808 m
Tempo di percorrenza: 40 min
Difficoltà: Turistico

attrezzatura

Scarpe da trekking

informazioni utili

Percorso ombreggiato
Fonti d’acqua lungo il percorso

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Oltre l’escursione: storie e curiosità sulla Grotta di Soffiano

Il francescanesimo a Sarnano

Sarnano è terra di francescanesimo: la presenza all’interno del paese di un convento francescano (oggi sede del Municipio) e del Monte di Pietà ne sono la testimonianza ancora tangibile. Il legame di Sarnano con San Francesco, però, è ben più profondo e radicato nella cultura popolare: secondo la leggenda, infatti, fu il Santo in persona a donare a Sarnano il simbolo del Serafino da usare come stemma del comune nascente. Questa storia affonda le sue radici nel fatto che il poverello d’Assisi a Sarnano c’è stato sul serio: ha soggiornato non molto lontano dall’Eremo, nel convento di Roccabruna.

Se quel che rimane del convento di Roccabruna oggi è proprietà privata e purtroppo non visitabile, l’Eremo o Grotta di Soffiano è ancora uno dei luoghi più frequentati tra i boschi sarnanesi. Situato a pochi chilometri dal Santuario di San Liberato (San Ginesio), l’Eremo si raggiunge con una breve passeggiata adatta a tutti e fattibile in ogni stagione, tanto che il 24 dicembre è ancora tradizione celebrare lì la Santa Messa della Vigilia.

La storia dell’Eremo di Soffiano

Abbiamo notizia dell’Eremo di Soffiano fin dall’anno 1101, quando i figli del Conte Ismidione donarono la terra in cui sorge l’eremo al Prete Alberto e a i suoi compagni, che ne fece un luogo di meditazione e di preghiera, erigendovi una cappella. In seguito, l’eremo fu abitato dai Francescani e non è improbabile che lo stesso San Francesco abbia fatto sosta qui lungo il cammino.

In un episodio de I Fioretti si racconta che nell’Eremo vivevano due frati: Beato Umile e Beato Pacifico che raccontò di aver visto l’anima del suo compagno alzarsi in volo al momento della sua morte. Qui sono stati ritrovati anche i resti del Beato Liberato da Loro, religioso di origine nobile, anche lui della famiglia dei Brunforte, che si ritirò in preghiera in questi luoghi: a lui, infatti, è intitolato il vicino convento tuttora esistente. Scavi recenti hanno portato alla luce gli scheletri di un uomo e di una capra, alimentando la storia tramandata dai locali secondo cui la grotta fu abitata a lungo a un eremita sconosciuto che aveva una capretta come unica compagnia.

L’origine del nome, invece, si perde nel tempo. Una delle ipotesi è che derivi da Sub Jano, cioè “in onore di Giano”, antica divinità italica precristiana che dava il nome all’intera zona: Valle Jana, un toponimo ricorrente nell’area dei Sibillini. Per i romani Giano era il signore di tutto ciò che inizia, dei passaggi e delle porte: seguendo questo filo etimologico, quindi, le numerosi Valli Jana sui Monti Sibillini, con le loro strette forre, potrebbero chiamarsi così perché costituivano degli attraversamenti, erano le “porte della montagna”. Giano, però, era anche il dio della luce celeste ed è proprio al tema della luce che si rifà un’altra ipotesi etimologica. Alcuni studiosi, infatti, ritengono che Jana stia per Diana, la dea dela luce lunare, dei boschi e delle fiere selvagge. Con il diffondersi del Cristianesimo jane fu utilizzato per indicare le streghe che praticavano riti alla luce della luna. Lo storico Pagnani scrive, infatti, che inizialmente l’eremo di Soffiano era intitolato a San Lorenzo l’illuminatore, utilizzato dai monaci per sostituire i culti pagani della luce.  In entrambi i casi, il nome Soffiano affonda le sue radici in tempi antichissimi ricordandoci come quasi tutti i toponimi dei Monti Sibillini siano legati a culti pre-cristiani ben radicati nella cultura locale.

Una terza ipotesi, meno accreditata e sicuramente meno affascinante, è quella che Soffiano sia un prediale, cioè derivi dal nome del veterano romano, forse Sufius, a cui furono assegnate queste terre.

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